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PFAS, pericolo quotidiano

I G.A.S., gruppi di acquisto solidale (realtà in aumento in tutta Italia), sono gruppi di persone e famiglie che si uniscono per acquistare beni di prima necessità (prevalentemente alimentari e prodotti per uso domestico) con il concetto di giustizia e solidarietà oltre  che al mangiar sano e biologico. I gasisti (che sono comuni cittadini forse con un piu’ spiccato senso critico) instaurano rapporti diretti e continui con i propri produttori, rapporti che vanno al di là della certificazione biologica (intesa come mera pericoli dell'inquinamento ambientaleattestazione burocratica), al fine di conoscere esattamente cosa ricadrà nei loro piatti, ovvero, come  e con cosa sono stati allevati gli animali,  coltivati gli ortaggi e i cereali, se è stata prestata attenzione alla forma giuridica aziendale del produttore (es. aziende/cooperative sociali   che danno lavoro a persone svantaggiate che altrove farebbero  fatica ad inserirsi in un contesto adatto alla loro diversa abilità). I cittadini appartenenti al G.A.S. hanno un occhio di riguardo anche verso coloro che sono  vittime di disastri ambientali, come il terremoto in Emilia  (dai quali produttori stiamo tuttora acquistando ottimo Parmigiano), oppure il recente terremoto ad Amatrice con i cui caseifici  stiamo cercando un aggancio per iniziare una fornitura di Pecorino di Amatrice per sostenere le realtà agricole/rurali e di pastorizia che sono la ricchezza di quei luoghi.

I cittadini del  G.A.S., sono persone che sostengono i prodotti a km zero, proprio perché credono nelle ricchezze del proprio territorio e desiderano dare tutto il loro appoggio ai coltivatori ed allevatori delle vaste pianure e colline che ci circondano. Ecco perché siamo  particolarmente sensibili all’inquinamento  da Pfas che ha colpito la zona dell’Ovest Vicentino, pur essendo consapevoli che a Creazzo come a Vicenza, l’essere collegati al pozzo di Moracchino, ci dà la quasi totale garanzia  di poter bere acqua del rubinetto “buona”. Tale vastissimo inquinamento che si protrae da più di 40 anni, è tornato tema di grande interesse ed attualità dopo gli studi resi pubblici condotti dal CNR su commissione dal Ministero dell’Ambiente. Trattasi della falda di Almisano che arriva fino a tutta Vicenza Ovest  e comuni limitrofi tra cui Creazzo, Altavilla, Brendola, Sovizzo, Montecchio Maggiore, Lonigo, Sarego, Noventa….falda tra le più grandi d’ Europa. Boccetta di velenoDiversi nostri produttori coltivano ed allevano in queste terre di immensa grandezza e fertilità. Peccato che i piu’  siano costretti ad abbeverare  attingendo l’acqua dalla falda sottostante, in attesa di una soluzione definitiva che permetta loro di attingere acqua non contaminata. Allora noi cittadini del G.A.S. ci chiediamo cosa arriva nei nostri piatti. Per trovare qualche risposta in più, oltre che affidarci ai più comuni quotidiani e canali d’informazione, una nostra delegazione ha partecipato venerdì 28 ottobre 2016 al convegno/dibattito avuto luogo a LONIGO dal titolo “L’inquinamento scorre senza limiti”. La sala di Villa Soranzo era gremita di cittadini e qualche minoranza politica. La serata è stata ben gestita da esponenti del ViverBio GAS di Lonigo (Gruppo di Acquisto solidale delle zone tra Vicenza e Verona). Relatori esponenti di Legambiente e di Medici Isde (Medici per L’ambiente). Perché l’inquinamento scorre senza limiti? Senza limiti per l’introduzione di Pfas a catena corta  C6 e C4 (che dal 2011 hanno sostituito i C8) e senza limiti in quanto la falda acquifera sotto di noi è satura di Pfas a catena lunga C8, scaricati in più di 40 anni da una nota azienda di Trissino unica produttrice di queste molecole nel nord est Italiano. Ogni qual volta ci sono forti piogge, l’acqua in falda si alza e l’inquinamento che sedimenta e non si smaltisce, dilaga….fino ad arrivare a quasi tutta Vicenza.

Cosa abbiamo appreso da questo convegno che già non sapevamo? Il dibattito è stato incentrato prevalentemente sulla drammatica situazione delle terre di Lonigo e dintorni che ancora oggi bevono acqua del rubinetto filtrata e sulla dichiarazione di Madrid (maggio 2015) con la quale più di 200 scienziati e professionisti di diverse discipline siano preoccupati dalla produzione rilascio nell’ambiente di un numero crescente di sostanze poli – e perfluoroalchiliche  (Pfas), sia a catena lunga C8 (prodotti nel Vicentino fino al 2011) che a catena corta (C6-C4) tuttora prodotti e sversati nelle falde.  Sempre rifacendosi a tale dichiarazione, si evidenzia come i Pfas a catena corta, sono stati rinvenuti su organi vitali come fegato, reni, polmoni e cervello e come tali molecole siano interferenti endocrini e potenziali cancerogeni.
padella teflon
Cosa fare quindi? In attesa che le Istituzioni…trovino un accordo ed una risposta risolutiva si elenca ciò che i 200 scienziati hanno suggerito durante il convegno di Madrid del maggio 2015, nella parte dedicata a noi consumatori finali:

“Distributori, rivenditori singoli consumatori finali…
…ove possibile, evitino l’uso di prodotti contenenti o per la cui manifattura sono richiesti PFAS. Fra i più noti di tali prodotti ricordiamo tessuti anti macchia, impermeabilizzati, pentole anti aderenti e carta forno.
Contrastare l’impiego di PFAS aggiunti ai prodotti di consumo quotidiano.
..non ci resta..pian piano che modificare le nostre abitudini……continuando  a cercare informazioni alternative e restare sempre vigili sull’evolversi della situazione così vicino a casa nostra.”

Marzia per il G.A.S di Creazzo

acqua, eventi, PFAS, salute, territorio